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Convegno su bullismo e cyber bullismo

Si è svolto presso l’Aula Magna del nostro Istituto un convegno su bullismo e cyber bullismo che, organizzato e moderato dalla referente della scuola, professoressa Giuseppina Parisi, ha avuto l’obiettivo di sensibilizzare gli studenti sull’assunzione di comportamenti rispettosi dell’alterità.
“Le parole fanno più male delle botte” il titolo del convegno che riprende le parole testamentarie di Carolina Picchio, prima vittima accertata di cyber bullismo in Italia, suicidatasi nel 2014. Al convegno sono intervenuti la dottoressa Volpe che, nelle vesti di psicologa, ha veicolato agli studenti presenti il concetto di tecnoliquidità e, attraverso un excursus sugli stili di comunicazione,  li ha invitati a riscoprire la relazione face to face basata su empatia  e ascolto e a proteggersi dalla “disumanizzazione del web” nel quale vittime e cyber bulli sono speso imbrigliati; la dottoressa Antonella Gallo Carrabba, responsabile del centro anti-violenza Telefono Amico di Agrigento, ha sottolineato l’importanza di uno sportello ascolto nelle scuole affinché possa essere raccolto il grido di chi subisce  e perché nessuno resti a guardare, consapevoli del fatto che anche il silenzio è colpa se non si denuncia.
Hanno proseguito i lavori del convegno la professoressa Sabina Castiglione, responsabile della sezione agrigentina di Amnesty International, associazione che ha promosso la campagna Stop bullying, inquadrando il bullismo come violazione dei diritti umani e presentando agli studenti il Manifesto della comunicazione non ostile dal quale si evince come il linguaggio non debba tradursi in un killer verbale.
È stata la volta del tenente dell’Arma dei Carabinieri, il dottor Marco Spinelli, che ha informato gli studenti su come sia possibile difendersi se vittima di bullismo o cyber bullismo rivolgendosi direttamente ai gestori dei social o al Garante della Privacy per chiedere la rimozione immediata di contenuti ritenuti non idonei quali video, post o foto. Ha altresì sottolineato come, sebbene non esista ancora in nessun codice il reato di bullismo o cyber bullismo, si rischi comunque di andare incontro a sanzioni amministrative e risvolti penali per il reato di minaccia, percosse, ingiuria e persino istigazione al suicidio.
Hanno concluso i lavori le docenti Taverna e Galatioto che hanno relazionato sull’esperienza vissuta in occasione del primo Campus residenziale sulle attività di lotta al bullismo e cyber bullismo nel quale è emerso quanto sia importante la peer education, l’educazione tra pari, per fare degli studenti “gli angeli custodi dei buoni comportamenti” , il lievito in grado di far crescere la società intercettando e  denunciando, proprio a partire dalle scuole, tutte le forme di vessazione e prevaricazione contrarie, in quanto tali, al rispetto che merita ogni persona.
Una mattina durante la quale tutti gli studenti del primo biennio hanno potuto riflettere su come, parafrasando lo scrittore Elie Wiesel, la neutralità favorisca sempre l’oppressore e mai la vittima e su come il silenzio aiuti il carnefice e mai il torturato. Stop bullying è in movimento!!!

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